Ecologia, giustizia ambientale, biodiversità
“Diritto non crimine”, sulla Repressione climatica
“Diritto non crimine”, sulla Repressione climatica

“Diritto non crimine”, sulla Repressione climatica

In questi giorni è stato presentato da Greenpeace il primo rapporto sulla repressione dei movimenti climatici in Italia. Il report, dal titolo “Diritto, non crimine. Per la Madre Terra, la giustizia sociale, ambientale e climatica”, è il risultato di un lavoro collettivo coordinato dalla Rete In Difesa Di e da Osservatorio Repressione, nel quale si denuncia la crescente criminalizzazione della protesta pacifica per il clima, attuata attraverso leggi, provvedimenti e processi contro attivisti e attiviste che praticano la disobbedienza civile e l’azione diretta nonviolenta, spesso etichettati come “criminali”, “eco-vandali” o “nemici dell’ordine pubblico”.

Dal documento emerge come negli ultimi mesi l’Italia stia vivendo un’impennata di azioni legali e amministrative contro individui e associazioni impegnati per la giustizia climatica, inclusi arresti, multe e misure preventive, come fogli di via e DASPO.

Già qualche mese fa Michel Forst, relatore speciale delle Nazioni Unite sui difensori dell’ambiente ai sensi della Convenzione di Aarhus, aveva denunciato l’atteggiamento di vari paesi Europei riguardo le proteste ambientali dichiarando che “ La repressione che stanno attualmente affrontando gli attivisti per il clima che praticano la disobbedienza civile pacifica in Europa rappresenta una grave minaccia per la democrazia e i diritti umani”-“L’emergenza climatica che stiamo affrontando, e che gli scienziati hanno documentato per decenni, non può essere affrontata se coloro che lanciano l’allarme e chiedono di agire vengono criminalizzati”.

Il testo integrale del rapporto “Diritto, non crimine. Per la Madre Terra, la giustizia sociale, ambientale e climatica” è disponibile su:

indifesadi.org

osservatoriorepressione.info 

 

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