Da poche ore si è aperta a Dubai la #Cop28, la Conferenza delle Nazioni Uniti sui Cambiamenti climatici. Il forum di quest’anno è stato preceduto da numerose polemiche e perplessità, tra queste la presidenza dei lavori di Sultan bin Ahmed Al Jabe, ministro Emiratino, a capo della compagnia petrolifera statale degli E.A.U., considerato alleato delle lobby dei fossili. L’ultima, quella secondo cui molti sponsor dell’evento (da EY, ex Ernst and Young, a Bank of America) non si sarebbero impegnate a ridurre le proprie emissioni di gas serra, in linea con gli obiettivi Net Zero riconosciuti a livello globale.
Eppure nonostante le premesse, una buona notizia sta emergendo in queste ultime ore, la decisione a sorpresa di rendere operativo il fondo #Loss and Damage . L’approvazione del nuovo fondo perdite e danni, per i Paesi in via di sviluppo, oltre a rappresentare una vittoria per i Paesi maggiormente colpiti dai cambiamenti climatici, eviterebbe anche un possibile stallo nei lavori del vertice. Il tema, già oggetto di scontro alla COP27, era considerato, infatti, uno dei punti più delicati del meeting .
Adesso è da vedere come si evolverà la situazione nei prossimi quindici giorni, soprattutto sui temi principali:
- l’Accordo di Parigi: nel corso del summit si farà il punto dei progressi fatti rispetto agli impegni presi con l’Accordo di Parigi del 2015, che prevede un impegno a limitare l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre-industriali.
- la transizione energetica: uno dei nodi chiave è rappresentato dagli investimenti in fonti di energia rinnovabile per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e limitare il riscaldamento globale
- l’entità dei finanziamenti per il clima e le nuove tecnologie per la mitigazione del surriscaldamento globale