Ecologia, giustizia ambientale, biodiversità
Cosa rimane della Cop 29
Cosa rimane della Cop 29

Cosa rimane della Cop 29

La Cop29 di Baku è stato sostanzialmente un fallimento, lasciando attivisti e scienziati perplessi e delusi per l’ennesima opportunità specata.

Il dato più lampante è l’aver lasciato i paesi in via di sviluppo e il sud del mondo con una manciata mosche in mano. Mentre ci si aspettava che le nazioni più sviluppate, ergo le più inquinanti,  mettessero a disposizione almeno 1.300 miliardi di dollari all’anno da oggi al 2035, per aiutare le popolazioni che maggiormente sono vittime dei cambiamenti climatici, l’ accordo ha sancito appena 300 miliardi di dollari, di cui non si è neanche chiarita la modalità di erogazione. Ad esempio il continente Africano emette appena il 3,2 per cento di gas serra globale, si trova in una morsa tra siccità pluriennali e fenomeni alluvionali estremi,  perdendo tra il 2 e il 5 per cento del pil a causa del global warming.

Inoltre l’accordo finale sulla mitigazione è stato contrassegnato da elementi negativi: 

  • Sparizione degli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi – L’accordo finale ha rimosso ogni riferimento agli obiettivi fissati nell’Accordo di Parigi, compresi i limiti di riscaldamento globale di 1,5°C o 2°C. Questo segna una significativa riduzione delle ambizioni rispetto agli obiettivi fissati per contenere il cambiamento climatico. 
  • Eliminazione della riduzione delle emissioni di gas serra – Il testo finale non fa menzione della riduzione delle emissioni di gas serra del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019, un obiettivo cruciale per fermare il riscaldamento globale che era stato incluso nelle bozze di accordo preliminari.
  • Mancanza di riferimento alla neutralità di carbonio – Il termine “emissioni nette zero” (net zero emissions) è scomparso dal testo. Avrebbe dovuto riflettere il lungo percorso verso la neutralità climatica. L’assenza di questo riferimento significa che non ci sono obiettivi chiari per l’azzeramento delle emissioni a lungo termine. 
  • Assenza di riferimento al lavoro dell’IPCC
    Non è stato incluso alcun riferimento alle linee guida e alle scoperte scientifiche dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), inclusi gli inventari dei gas serra e le conclusioni dell’ultimo Rapporto. Questo elimina un importante fondamento scientifico per le politiche climatiche.
  • Mancanza di azioni concrete per la riduzione delle emissioni – Il testo finale non specifica misure concrete per ridurre le emissioni di gas serra, come la transizione dai combustibili fossili o l’adozione di energie rinnovabili. Non c’è alcun riferimento alle soluzioni necessarie per ridurre le emissioni a livello globale. 

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