Da qualche settimana l’Italia si è svegliata con il rischio di entrare in una nuova grande zona rossa, questa volta non si tratta del Covid, ma dell’emergenza #siccità. Eppure, di fronte alle immagini della secca del #Po, della riduzione delle acque lagunari, del prosciugamento di interi bacini idrici, della crisi delle colture agricole, ci sarebbe da domandarsi come si è arrivati a questo stato calamitoso, e come da condizione emergenziale potrebbe diventare un fenomeno endemico nei prossimi anni. Una situazione prevista dai meteorologi in tempi non sospetti, i quali hanno visto ignorare gli allarmi vari e i rapporti tecnici, venendo finanche ridicolizzati e tacciati di catastrofismo.
In una recente intervista, il climatologo #LucaMercalli ha spiegato: “Questa siccità così imponente è frutto di due fattori che si combinano: le scarsissime precipitazioni, più di sei mesi senza pioggia nel Nord Italia e pochissima neve in montagna. La neve è la nostra riserva idrica per l’estate” …il secondo fattore “è una anomalia di temperatura. Tra i record assoluti. Perché non abbiamo mai avuto un maggio così caldo e un inizio estate così precoce. Con temperature che dovrebbero essere quelle di fine luglio, quindi un anticipo di un mese e mezzo sui tempi normali”… “purtroppo non vediamo all’orizzonte cambiamenti significativi di situazione meteorologica e dobbiamo quindi essere preparati ad affrontare quasi tutta l’estate in una #carenzaidrica che è per noi qualcosa di nuovo, inedito, che non abbiamo mai sperimentato prima”.
Tra i balbettii del governo e i silenzi di chi si dovrebbe occupare di #transizioneecologica, si rischia insieme alla riduzione idrica, un’imponente crisi del settore agricolo.
-Si deve al più presto lavorare in maniera stutturale e prospettica alla risoluzione del problema, per evitare che lo straordinario diventi ordinario.
-E’ necessario intervenire in maniera capillare sulla #retedidistribuzione, basta pensare che per ogni 100 litri immessi in circolo, 42 vanno persi e non arrivano ai rubinetti delle case.
-Urge una #riduzione degli sprechi e un utilizzo consapevole della risorsa #acqua, ripensando sia gli stili di vita individuali, che i modelli produttivi agricoli e degli allevamenti intensivi.
-L’ #emergenzaclimatica deve essere messa al centro dell’agenda politica del Paese.